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Remino

 

Remo Caveagna, faceva un numero di verticali, in gergo diremmo il numero dei tappi; il suo era piuttosto originale perché invece dei soliti mattoncini di legno usava delle scatole cubiche, dalla grande alla piccola, che metteva una sull’altra formando un’alta pila tenendosi in equilibrio sulle mani. Avevo passato un mese d’estate nel circo in cui lavorava con la famiglia. Poi mi arrivò una telefonata, c’è stato un incidente con il camion e Remino ci aveva lasciati. Era il 1986. Aveva diciannove anni. Feci una corsa a Benevento per celebrare il funerale, incapace di proferire parole.